Mamma, lo sapevi che...

Pavor nocturnus: tutto quello che devi sapere 

Tra i 2 e i 12 anni di vita, circa il 3% dei bambini manifesta il cosiddetto pavor nocturnus. 

Cos’è, come si manifesta e come si può gestire. Tre domande alle quali proveremo a dare una risposta qui! 

Cos’è il pavor nocturnus

Il pavor nocturnus non è annoverato tra le patologie, ma appartiene al gruppo delle parasonnie ovvero perturbazioni del sonno come possono esserlo anche il sonnambulismo o il digrignare dei denti durante il sonno. 

Si tratta di un micro risveglio nella notte caratterizzato da uno stato di agitazione molto intensa durante il sonno profondo. Quanto accade non è in relazione con traumi fisici o con problemi neurologici, psicologici o relazionali e non avrà alcuna conseguenza sulla vita futura dei bambini.

Il pavor nocturnus è probabilmente dovuto a un’attivazione dell’area limbica del sistema nervoso centrale (ovvero quella parte che gestisce le emozioni) e non ha correlazioni con esperienze vissute da svegli. Non si tratta di semplici incubi, quest’ultimi infatti avvengono durante la fase REM, ma di un’attivazione di quella particolare parte del cervello durante la fase non-REM del sonno (ovvero quando non si sogna e si dorme profondamente). 

Come comportarsi durante il pavor nocturnus

Il primo episodio di pavor nocturnus può sicuramente spaventare genitori e bambini, ma la cosa importante è cercare di comprendere che si tratta di una situazione assolutamente normale e facilmente gestibile. 

Prima di tutto è bene assicurarsi che in caso di panico notturno il bambino non possa farsi male. Questo significato togliere dal suo raggio d’azione mobili oppure oggetti che potrebbero causargli ferite o traumi. Sarà, quindi, importante chiudere le porte o bloccare con cancelli eventuali accessi alle scale. 

In caso di episodi di pavor nocturnus i genitori possono compiere diverse azioni nell’immediato, come: 

  • spostare oggetti che possono provocare un trauma se colpiti;
  • non chiamare il bambino;
  • non toccarlo;
  • non cercare di svegliarlo: il risveglio, che avverrebbe circondato da adulti terrorizzati senza che il bambino ne capisca il motivo, potrebbe rappresentare il vero trauma;
  • parlargli a voce bassa, con tranquillità;
  • favorire il ritorno a letto se si è alzato;
  • aspettare che si riaddormenti;
  • non fare domande e non parlagli dell’accaduto il giorno seguente.

Si può prevenire il pavor nocturnus

Purtroppo non esiste una prevenzione per il pavor nocturnus, ma ci possono essere sicuramente delle azioni che possono aiutare. 

Alcune situazioni che potrebbero disturbare la qualità del sonno sono: 

  • ipertrofia delle adenoidi con apnee notturne;
  • asma;
  • reflusso gastroesofageo;
  • febbre;
  • deprivazione di sonno;

Altre azioni che, al contrario, possono aiutare il bambino ad avere un sonno più sereno potrebbero essere:

  • creare una routine serale fissa, come ad esempio la favola della buona notte da leggere direttamente a letto;
  • tenere una piccola lampada notturna nella stanza, magari di quelle che proiettano sul muro le sagome dei cartoni famosi e amati dai più piccoli;
  • fare un bagnetto rilassante prima di andare a coricarsi.

Come riconoscere il pavor nocturnus

Nel caso il bambino presentasse questi sintomi è sempre bene rivolgersi al pediatra per permettere al medico di fare una diagnosi chiara e sicura ed escludere che si tratti di semplici incubi oppure altro.

Hai avuto casi di pavor nocturnus anche tu? Scrivici la tua esperienza nei commenti.