Dopo il primo anno di nascita, lo sviluppo del linguaggio del bambino aumenta esponenzialmente.
Il piccolo passa dai suoni disarticolati ad un vero e proprio linguaggio. 

L’aiuto dell’adulto e l’ambiente circostante sono fondamentali
perché forniscono i giusti stimoli linguistici. Prima della fase verbale del bambino, infatti, è consigliabile parlargli molto, rispondere a tutte le sue espressioni comunicative e prestandogli molta attenzione. 

Come stimolare il linguaggio sin dal nascita:
Sin dai primi giorni di vita, per stimolare lo sviluppo del linguaggio è consigliabile interagire con il bambino e spiegargli tutto ciò che accade usando espressioni chiare e semplici;

Leggere libri, colorati e con grandi figure lo aiuta ad apprendere meglio. Inoltre, accompagna le parole con espressioni del viso modulando il tono di voce, in questo modo la lettura aiuterà il bambino a comprendere meglio le emozioni. È fondamentale non obbligare il bambino all’ascolto, ma proporgli il libro così come gli si propone un giocattolo; 

Evita di parlare al posto suo.  
Anticipare un suo discorso o sostituirsi a lui, non aiuta il bambino a migliorare il suo linguaggio.
È importante mettere alla prova le sue potenzialità, far sì che sfrutti tutte le occasioni per provare ad usare nuove parole e quindi, esprimersi.

Incoraggiare il bambino a parlare facendogli festa quando prova a dire una parola nuova, lo aiuta ad aumentare la autostima e ad acquisire sicurezza.

Le fasi dello sviluppo 
Tra uno e due anni il bambino conosce una trentina di parole. Il piccolo comprende il significato della parola ‘no’, riesce a mettere insieme due o tre parole per esprimere un concetto. 

Tra due e tre anni la sua capacità linguistica aumenta, intorno ai 36 mesi il vocabolario di un bimbo è costituito da circa 500 parole. Adesso è capace di formulare frasi brevi e di senso compiuto e inizia a comprendere il significato di alcune espressioni temporali. È quella fase in cui il bimbo inizia a formulare frasi di senso compiuto, ad esprimere i suoi pensieri e, ovviamente, a storpiare qualche parola. 

E’ importante comprendere che i bambini non cominciano a parlare tutti nello stesso modo e alla stessa età, ma se pensate che i vostri figli possano avere qualche difficoltà, vi consigliamo di rivolgervi ad un logopedista che possa valutare la situazione. 

Il disegno è un linguaggio essenziale che l’uomo utilizza, è secondo solo ai movimenti del corpo e l’emissione di suoni.
Il 27 aprile si celebra la Giornata mondiale del disegno che è un’occasione per festeggiare sia la creatività e il valore della comunicazione attraverso esso, sia l’importanza del disegno nello sviluppo del bambino.

Nel mondo infantile il disegno rappresenta il modo in cui il bambino si esprime e manifesta il suo pensiero, ecco perché è fondamentale che il bimbo viva in ambienti stimolanti
e per tal motivo a casa non devono mai mancare fogli bianchi, possibilmente senza righe, e matite colorate.

Il metodo Montessori
Secondo Maria Montessori, il disegno è l’esercizio d’eccellenza per preparare alla scrittura il bambino. Risulta essere uno dei momenti più importanti della sua crescita:
il bambino racconta la sua visione della realtà, trasferisce i suoi pensieri dalla mente alla mano, diventando quest’ultima il mezzo comunicare con il mondo.
L’ambiente dove il bambino è libero di esprimere la sua arte, dev’essere: stimolante, ordinato, semplice e a misura di bimbo.

Secondo alcuni studi, esistono alcuni esercizi per stimolare la creatività dei bambini attraverso il disegno:

Fasi di sviluppo del disegno infantile.
Come per le altre aree dello sviluppo, anche nel disegno esistono delle fasi che si manifestano in tutti i bambini indipendentemente dalla cultura e dai condizionamenti ambientali.
I primi tentativi di espressione artistica, iniziano intorno ai 18-20 mesi: segni della matita sul foglio, comunemente detti scarabocchi, sono il prodotto di colpi energici incontrollati sul foglio bianco.

Intorno ai due anni, il bambino scopre che tra i suoi movimenti ed i segni ottenuti c’è una relazione, in questo stadio il bambino compone linee verticali, orizzontali o circolari e comincia ad avere consapevolezza che sono il risultato di ciò che vuole: il bambino controlla il gesto, decide cosa e come disegnare.

A tre anni lo scarabocchio acquista un valore diverso infatti, serve ad esternare sensazioni interne.

A quattro anni i disegni iniziano a prendere forma e sono comprensibili dall’adulto. Compaiono le prime figure umane, il bambino esce definitivamente dalla fase dello scarabocchio per entrare in quella figurativa.

Man mano che il bambino cresce, aumenta l’abilità del disegnare, la consapevolezza di sé, di ciò che lo circonda e delle esperienze vissute.